
La Villa di Capo di Bove, all’interno dell’omonimo complesso sull’Appia Antica, ospita La lezione di Raffaello. Le antichità romane, l’esposizione che, attraverso dipinti, incisioni, libri e disegni, presenta alcuni contenuti della lettera scritta dall’Urbinate a papa Leone X nel 1519: parole che hanno originato un nuovo sguardo sugli antichi reperti e dato vita a una rivoluzione umanistica e scientifica.
La mostra, curata da Ilaria Sgarbozza e promossa dal Parco Archeologico dell’Appia Antica con l’organizzazione di Electa e il sostegno del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello, vuole essere un contributo alla storia dell’eredità culturale del grande artista rinascimentale e, contemporaneamente, della Via Appia.
La rassegna è articolata intorno a due focus: il primo approfondimento è dedicato alla fortuna della Lettera, la quale rivive nella storiografia, nella letteratura e nella produzione figurativa del XIX secolo, divenendo uno scritto di riferimento per le politiche di tutela delle nazioni europee, mentre il secondo è incentrato sull’attività di rilievo e catalogazione dei monumenti antichi, svolta dal maestro e dai suoi allievi, in particolare da Pirro Ligorio. Quest’ultimo, architetto e studioso napoletano, è stato un fondamentale interprete della lezione raffaellesca e ha tradotto in disegni architettonici e appunti grafici i sepolcri antichi situati lungo la regina viarum e la via Latina.
Le opere esposte, dal celebre testo riprodotto su uno schermo che consente al pubblico lo sfoglio e l’ascolto, rappresentano il racconto della consacrazione internazionale di Raffaello come padre della moderna cultura della tutela del patrimonio monumentale, archeologico e artistico. In mostra anche il capolavoro “La Fornarina visita Raffaello”, olio su tela, dipinto da Filippo Bigioli nel 1855, in prestito dal Comune di San Severino Marche.
La villa, sede dell’esposizione, è stata acquistata dallo Stato nel 2002 nel Complesso di Capo di Bove, in cui si trova una rilevante area archeologica, con un impianto termale databile alla seconda metà del II sec. d.C., dal 2008 sede dell’archivio di Antonio Cederna, intellettuale e giornalista di riferimento per la storia recente dell’Appia Antica.
Photo: Filippo Bigioli, La Fornarina visita Raffaello, 1855, olio su tela. San Severino Marche, Galleria comunale d'arte moderna. Courtesy Comune di San Severino Marche
Informazioni
Temporaneamente sospesa in attuazione delle misure di contenimento anti Covid-19
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Dal 18 settembre al 29 novembre 2020
Visitabile dal giovedì alla domenica, dalle 9.00 alle 18.30 con ultimo ingresso alle 18.00
