
Il complesso di Capo di Bove, un’area verde di più di 8.500 metri quadri con all’interno due edifici (un casale rustico trasformato in villa nel secondo dopoguerra e una dépendance), si trova all’inizio del IV miglio della Via Appia Antica, non lontano dal Mausoleo di Cecilia Metella. Il toponimo risale al Medioevo, quando il fregio con festoni di fiori e frutta e bucrani (i crani di bue, appunto) che ornava il mausoleo diede origine al nome con cui divenne noto popolarmente il monumento funerario romano, esteso poi a tutto il territorio circostante.
Dopo essere stata acquistata nel 2002 dallo Stato, l’area è stata oggetto di approfondite indagini archeologiche. Gli scavi hanno riportato alla luce un impianto termale della metà del II secolo d.C., con fasi edilizie successive che ne documentano la frequentazione almeno fino al IV secolo. Nell’Alto Medioevo tutta la zona entrò a far parte della vasta tenuta agricola del Patrimonium Appiae, di proprietà ecclesiastica, per poi essere acquistata all’inizio del Trecento dal cardinale Francesco Caetani (nipote di papa Bonifacio VIII) che costruì anche il castrum addossato al mausoleo e la piccola chiesa di San Nicola. Nel Seicento l’area era di proprietà dell’Ospedale del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum, mentre nell’Ottocento, prima di diventare possedimento privato, era sotto il controllo del monastero di San Paolo fuori le Mura.
Delle terme rimangono decine di ambienti: i pavimenti a mosaico, i frammenti di marmi colorati e le porzioni di intonaco dipinto ritrovati raccontano la particolare raffinatezza e l’eleganza dell’impianto termale, al cui approvvigionamento idrico provvedeva una grande cisterna. Lo smaltimento delle acque avveniva invece attraverso un complesso impianto fognario, parzialmente conservato. Il complesso, probabilmente di uso privato, era forse collegato a una corporazione o a un collegium attivi nell’area, forse con finalità cultuali o funerarie. Il ritrovamento di una lastra di marmo con un’iscrizione in greco che menziona Annia Regilla (Regilla luce della casa) ha portato però a ipotizzare che il terreno su cui sorgevano le terme appartenesse alla donna e a suo marito Erode Attico, il ricchissimo ateniese (con cittadinanza romana) che fu precettore degli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero.
L’edificio principale che sorge nell’area, costruito sopra la cisterna romana, è stato ampiamente rimaneggiato nel corso dei secoli. Negli anni Cinquanta, quando fu trasformato in villa, nella sua cortina muraria furono inglobati materiali antichi, molti dei quali recuperati dai monumenti romani che fiancheggiavano l’Appia. Oggi ospita al suo interno gli uffici della Soprintendenza, una sala conferenze, spazi per mostre ed eventi e l’Archivio e la Biblioteca di Antonio Cederna, l’archeologo, giornalista, ambientalista, politico e intellettuale che si batté, tra l’altro, per la costituzione del Parco dell’Appia Antica. L’edificio minore ospita invece un punto di accoglienza per i visitatori.
L’ingresso al giardino è libero. Per l’ingresso al casale e alle esposizioni allestite al suo interno, è necessario il possesso del titolo d’accesso.
Foto Ministero della Cultura
Mausoleo di Cecilia Metella

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Via Appia Antica

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Informazioni
Aperto dal martedì alla domenica con ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.
Chiuso il 25 dicembre e il 1° gennaio.
Dal 1° ottobre al 31 ottobre dalle 9.00 alle 18.30.
Dal 1° novembre al 28/29 febbraio dalle 9.00 alle 16.30
Dal 1° marzo al 31 marzo dalle 9.00 alle 18.30.
Dal 1° aprile al 30 settembre dalle 9.00 alle 19.15.
Per aggiornamenti e le modalità di visita consultare il sito ufficiale.
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Location
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