Dopo numerosi studi e indagini per definirne le modalità di realizzazione, il progetto di dotare il Colosseo di una nuova arena, che ha preso idealmente forma nel 2014, entra nella fase operativa con un programma ambizioso che vuole recuperare l’immagine originale dell’iconico monumento, restituendogli anche la sua natura di complessa macchina scenica e rafforzarne tutela e conservazione, con particolare attenzione alla protezione delle strutture ipogee.
La nuova arena in Accoya, legno tecnologico resistente e durabile, è parte di una consapevole scelta sostenibile che evita l’abbattimento di specie pregiate permettendo elevate prestazioni, una manutenzione pressoché nulla, resistenza da ogni aggressione batterica e dal deterioramento derivante dagli agenti ambientali. Alcune porzioni del piano prevedono la costruzione di pannelli mobili che, grazie a rotazione e traslazione, garantiscono flessibilità, rendendo possibile l’illuminazione naturale delle strutture ipogee.
Impostato alla stessa quota Flavia del preesistente piano ligneo, la nuova pavimentazione mobile è interamente calpestabile, apribile in diverse configurazioni gestibili da remoto e monitorate congiuntamente ai dati ambientali. I cicli di apertura e chiusura, attivabili più volte al giorno, oltre a permettere la corretta conservazione delle strutture sotterranee, danno vita a un continuum funzionale e interattivo che rende l’esperienza di visita fruibile senza interruzioni e con le strutture archeologiche completamente visibili.
L’attivazione dei meccanismi durante la visita negli ipogei, infatti, è creata per produrre nuove ed emozionanti visuali amplificando l’impatto dell’ingresso della luce naturale e della maestosità del Colosseo.
L'intervento è pensato per ripristinare la lettura integrale del monumento e per permettere al pubblico di comprendere appieno l'uso e la funzione di questa icona del mondo antico, anche attraverso eventi culturali di altissimo livello.
Il progetto prevede anche il posizionamento di 24 unità di ventilazione meccanica distribuite lungo il perimetro per controllare la temperatura e l’umidità degli ambienti ipogei: in soli 30 minuti, il ricambio completo dell’intero volume d’aria è garantito.
Per alimentare i bagni pubblici del monumento, infine, la costruzione di un sistema di raccolta e recupero dell’acqua piovana è pronta ad accogliere le circa 20.000 persone che ogni giorno visitano l’Anfiteatro Flavio.
Condividi
