
Una composizione con una classicità e una grazia che non hanno uguali: a cinquecento anni di distanza dalla morte di Raffaello, torna all’antico splendore lo spettacolare ciclo di affreschi con sibille e angeli nella chiesa di Santa Maria della Pace, dipinto tra il 1512 e il 1514 su commissione di Agostino Chigi, uno dei grandi mecenati del Rinascimento.
I lavori di restauro della Soprintendenza speciale di Roma, effettuati con il contributo di Lottomatica, sono stati condotti dall’équipe del maestro Antonio Forcellino, scrittore, studioso e architetto e tra i massimi esperti di Rinascimento, e hanno permesso all’opera di acquisire nuova importanza e chiavi di lettura.
Grazie all’analisi delle differenze nelle incisioni realizzate nella parete, è stato possibile per esempio distinguere dove lavorò direttamente Raffaello e dove invece intervennero i suoi allievi di bottega. Oggetto di particolare attenzione sono state anche le lesene laterali: utilizzando le grottesche e l’oro, Raffaello realizza un’opera che unisce architettura, pittura e decorazione e che è stata finalmente restituita al pubblico in tutta la sua ricchezza.
