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La "Madonna Litta" di Ravo sui muri del Policlinico Gemelli

Madonna Litta by Ravo
5 Giugno 2019

Il noto street artist e incisore varesino, Andrea “Ravo” Mattoni, ha riprodotto il capolavoro di Leonardo da Vinci, la “Madonna Litta”, su una delle pareti esterne di un edifico del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

Ad aprile, per celebrare il genio toscano in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte, Ravo, si è recato ad Amboise nella Loira, luogo di sepoltura di Leonardo, dove ha realizzato delle live performance durante le quali, armato delle sue bombolette spray, ha riprodotto le 5 grandi tele (4,5 m x 3 m) incentrate sui dettagli del monumentale dipinto di François-Guillaume Ménageot che ritrae “La Mort de Léonard de Vinci”, ora esposte sulle pareti della torre equestre di Minimes e visibili fino al 2 settembre 2019.

A maggio, invece, la Presidenza della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS l’ha invitato nuovamente a dipingere una delle pareti del Policlinico, dopo il successo dell’opera ivi realizzata nel 2017 presso la Residenza Sanitaria di Ospitalità Protetta del Policlinico e che rappresenta “Le sette opere della Misericordia” di Caravaggio. L’opera è il soggetto del pittore italiano Michelangelo Merisi da Caravaggio, realizzato tra la fine del 1606 e l'inizio del 1607,  dipinto conservato presso il Pio Monte della Misericordia di Napoli.

La “Madonna Litta” è un capolavoro assoluto del Genio vinciano. In dotazione permanente al Museo Ermitage di San Pietroburgo, che ne diviene proprietario nella seconda metà dell’Ottocento, quando il duca italiano Antonio Litta lo vendette nel 1865 allo zar Alessandro II.
Il dipinto raffigura il dialogo universale tra una madre e suo figlio colti nel gesto più intimo in assoluto dell’allattamento. In questo caso la Madre è Maria, la Madre per eccellenza, che colma di tenerezza e di amore il suo Piccolo Gesù, il Figlio dell’Uomo, richiamando alla mente il dolcissimo legame che li unisce oltre il tempo e lo spazio.

“L’ospedale è un luogo dove si intrecciano le vite di pazienti, familiari, medici e operatori sanitari che li hanno in cura, ognuno con la propria storia e le proprie emozioni - afferma il Presidente della Fondazione Giovanni Raimondi - L’arte può aiutare tutte queste persone a vivere l’ospedale in modo diverso, integrandosi positivamente con le terapie che quotidianamente vengono somministrate dai medici e ricevute dai pazienti nel percorso di cura”.

Figlio d’arte, il padre Carlo era un artista di arte concettuale e comportamentale, illustratore e grafico, lo zio Alberto (Matal) illustratore, il nonno Giovanni Italo pittore e illustratore, Andrea “Ravo” Mattoni, nasce a Varese nel 1981.
È famoso e apprezzato per le sue incredibili riproduzioni delle opere di Caravaggio che non sono semplici murales ma dipinti giganti sui muri delle città che hanno lo scopo di "rendere l'arte classica un'arte sociale".

Dal 1995, con lo pseudonimo “Ravo” inizia a dipingere con lo spray.

Nel 2016 da il via all'ambizioso progetto “Recupero del classicismo nel contemporaneo” portando avanti la tradizione della copia in chiave contemporanea. Con la sua tecnica e il suo indiscutibile talento, Ravo ingigantisce i capolavori più importanti del classicismo italiano per consentire a tutti di "entrare" nel quadro e coglierne i dettagli.

Questo progetto lo porta a realizzare muri in tutta Italia ed Europa e a iniziare una collaborazione con il Museo del Louvre.

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