Il balletto I sette peccati riunisce sette coreografi di fama mondiale; ognuno di loro ha trasformato uno dei peccati mortali in un’opera per Gauthier Dance Company Theaterhaus Stuttgart. Il risultato è un tableau dai contorni diabolici che consiste in sette prime italiane firmate rispettivamente da Aszure Barton, Sidi Larbi Cherkaoui, Sharon Eyal, Marcos Morau, Sasha Waltz, e dai due coreografi associati di Gauthier Dance//Dance Company Theaterhaus Stuttgart: Marco Goecke e Hofesh Shechter.
Si incomincia dall’Accidia, affidata a Barton che utilizza immagini fugaci per caricare di significato il linguaggio dei suoi ballerini, indirizzandolo verso un'oscurità misteriosa; l’Avidità è indagata invece da Cherkaoui che, ponendo in contrapposizione miti, nazioni, epoche e stili musicali molto diversi, passa di genere in genere con grande naturalezza. L’Invidia è rappresentata da Sharon Eyal con il sincrono, dinamica di un organismo fatto di corpi uomo-macchina: cambiamenti minimi o variazioni seriali interrompono l'ordine dei gruppi, liberando gli individui dagli schemi ripetitivi di una società disumanizzata. La Gola è rappresentata da Goecke attraverso corpi che svolazzano, si contraggono e tremano, creando movimenti per le braccia del tutto nuovi per i ballerini, mentre Marcos Morau e il suo collettivo di artisti catalani La Veronal, per rappresentare l’Orgoglio trasforma la danza in una performance teatrale creando quadri affascinantii, un teatro di danza sinestetico e multimediale. La Lussuria di Hofesh Shechter è rappresentata da un forte vento che esprime il caos e il desiderio di libertà, impostati su ritmi hard rock composti da lui stesso. Infine l’Ira è affidata a Sasha Waltz: proveniente dalla scena indipendente, questa icona del teatro danza tedesco contemporaneo la raffigura in modo ruvido e spesso bizzarro.