La villa di Tor de’ Cenci rappresenta un esempio significativo di antica residenza suburbana: un complesso di circa 2.400 m², il cui arco di vita si estende dalla tarda età repubblicana (I sec. a.C.) alla fine dell’età imperiale (V sec. d.C.).Nella stessa area sono visibili anche i resti di un insediamento ben più recente, ma che risale in ogni caso agli ultimi anni dell’Ottocento: la Vaccheria Brunori, cui appartiene il grande abbeveratoio per il bestiame realizzato negli Anni Trenta del Novecento, gli stessi nei quali i lavori di sistemazione dell’area misero in luce per la prima volta le strutture murarie della villa. Esse si riferiscono per lo più al settore residenziale (pars dominica), ma le indagini archeologiche eseguite alla fine del 2024 hanno messo in luce un importante elemento del settore produttivo (pars rustica): una vasca interrata in muratura per la pigiatura dell’uva (calcatorium), riferibile alla fase originaria della Villa Romana. Quest’ultima era collegata alla via Laurentina antica (qui corrispondente all’odierna Via Pontina) da una diramazione: i resti del lastricato in poligoni di pietra lavica sono visibili nelle adiacenze della villa, in Via Padre Romualdo Formato.Il settore residenziale della villa si articola in tre parti: un atrio porticato che doveva fungere da ingresso, l’ala di rappresentanza posta subito dietro l’atrio porticato e un impianto termale situato al centro del complesso.La prima fase edilizia (I secolo a.C.) è caratterizzata dalle murature in opus reticulatum, come si osserva nei tramezzi del portico all’ingresso della villa. Seguono le fasi di età imperiale (I-III secolo d.C.), caratterizzate da murature in opus latericium e da pavimenti a mosaico geometrico in tessere bianche e nere. A questo periodo risalgono gli ambienti dell’impianto termale, con vasche rivestite di lastre marmoree, per il bagno in acqua calda (calidarium) e fredda (frigidarium).A nord del settore residenziale si estendeva l’area destinata alle sepolture: ai proprietari della villa era di certo riservato il monumentale edificio funerario di età tardoantica (IV-V secolo d.C.), con murature in opus latericium e in opus listatum. Esso presenta un’aula rettangolare, preceduta da un atrio “a forcipe” (ovvero con due absidi alle estremità) e conclusa da un’abside: una pianta basilicale che ne fa ipotizzare un uso di culto cristiano. Qui furono rinvenuti nel 1933 tre sarcofagi marmorei: uno di essi, ora nel Museo Nazionale Romano, mostra il busto del defunto al centro della fronte. Intorno si estendeva un’area sepolcrale con tombe a fossa, destinata al personale di servizio della villa.
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Area archeologica chiusa al pubblico

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