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I luoghi dell'Oriente a Roma

I luoghi dell'Oriente a Roma-Foto: sito ufficiale turismoroma
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Roma ha avuto, fin dall’antichità e successivamente, nel corso dei vari secoli, numerosi legami con il mondo orientale, di tipo economico, commerciale, politico, sociale e culturale.

Queste reciproche e durature influenze hanno lasciato un’impronta profonda nella fisionomia della città e, ancora oggi, sono molte le testimonianze di tipo storico-archeologico presenti sul territorio.  

Prima parte: I luoghi di culto

Tra i principali luoghi di culto orientali a Roma ricordiamo innanzi tutto il Tempio Maggiorela sinagoga più importante della città, nonché una delle più grandi d’Europa. Sorta su uno dei quattro lotti di terreno ricavati dalla demolizione delle aree più fatiscenti del Ghetto, la sinagoga fu inaugurata nel 1904. Si tratta di un edificio massiccio e di grandi dimensioni, con base quadrata, sormontato da un'imponente mole in stile eclettico ispirato a forme assiro-babilonesi. Il piano interrato ospita il ricco Museo della comunità ebraica di Roma e il Tempio Spagnolo, un piccolo edificio allestito con parte degli arredi provenienti dalle “cinque scole”, le sinagoghe presenti nell’antico Ghetto: la Castigliana, la Catalana, la Siciliana, la Nova e l’Italiana.

Un altro importante luogo di culto orientale della capitale è certamente la Moschea. Inaugurata nel 1995, sorge nella zona nord della città ai piedi dei monti Parioli, perfettamente integrata con il verde circostante ed è sede del Centro islamico culturale d’Italia. È il principale luogo di culto della comunità musulmana a Roma e il più grande in Europa. Costruita su progetto dell’architetto Paolo Portoghesi, affiancato dall’ingegnere Vittorio Gigliotti e dall’architetto iracheno Sami Moussawi, rappresenta una sintesi tra l’architettura islamica, italiana e la tradizione locale romana.

Sono inoltre presenti due templi buddhisti della comunità cinese, il tempio Hua Yi Si (letteralmente Hua = Cina, Yi = Italia, Si = tempio), e il tempio Putuoshan all’Esquilino. Il primo è stato costruito grazie alle offerte della popolazione cinese e alle donazioni arrivate dalla Cina e da Taiwan luogo di provenienza dei maestri del tempio, ispirato all’imponente struttura di Chuang Tai. La forma del tempio è quella tipica cinese a “pagoda”, uno stile non originario della Cina ma frutto dell’influenza straniera sull’architettura cinese. La pagoda rappresenta infatti un’evoluzione dello stupa buddhista indiano, monumento in cui venivano conservate le reliquie del Buddha e gli oggetti religiosi sacri. Nel cortile antistante, come da tradizione, si trova la statua di un leone, simbolo di protezione e di forza; appena all’interno troviamo la statua del Buddha ridente, il Bodhisattva Maitreya. Il secondo invece è noto col nome di " Tempio Piccolo" o anche "Tempio di Putuoshan" poiché è stato fondato da cinesi provenienti dall'isola Putuo.

Meno numerosi e poco noti sono invece i templi induisti e sikh, diffusi soprattutto nelle periferie romane dove le comunità sono maggiormente presenti. Da segnalare l’Om Hindu Mandir (Om “universo”, un tutto che si relaziona al cosmo e Mandir la “casa” di preghiera) di Torpignattara e il Tempio Sikh di Roma Anagnina.

Seconda parte: Biblioteche e Istituti di cultura

Tra le più importanti biblioteche con testi in lingue orientali a Roma possiamo annoverare la Biblioteca di Studi Orientali dell’Università “La Sapienza” che afferisce al Dipartimento Istituto italiano di Studi orientali – ISO e vanta un considerevole numero di fondi librari, appartenuti a docenti che, dalla costituzione della Scuola orientale (1904), si sono avvicendati nei vari insegnamenti; la Biblioteca include anche una Mediateca, che raccoglie principalmente film in dvd di cinema orientale, ma anche CD musicali e altro materiale multimediale. Rilevante è anche la Collezione Orientale della Biblioteca Nazionale Centrale, formata da quattro distinti fondi, pervenuti con tempi e modi diversi, ma che attualmente costituiscono un importante e unico patrimonio librario nell'ambito delle biblioteche italiane: il fondo arabo, il fondo cinese, il fondo giapponese e il fondo slavo. Un altro fondo cospicuo infine è costituito dalla Biblioteca del Pontificio Istituto Orientale, uno delle più autorevoli e grandi collezioni delle Chiese orientali cattoliche e ortodosse, che conta più di 200.00 mila volumi.

Per quanto riguarda invece gli Istituti di Cultura, ricordiamo il PISAI - Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, fondato dalla Società dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi) nel 1926, che è un centro di studi e di ricerca le cui attività didattiche e scientifiche preparano a un dialogo teologico informato con i musulmani. La formazione che il PISAI dispensa, da oltre 50 anni, per il conseguimento della Licenza e del Dottorato in Studi Arabi e Islamistica, si basa sullo studio approfondito della lingua araba e delle scienze islamiche. Il PISAI include una biblioteca di circa 40.000 volumi. Sempre nell’ambito del Vicino e Medio Oriente, c’è l’Istituto Culturale dell’Iran, attivo da oltre mezzo secolo come rappresentante delle istituzioni culturali iraniane nel promuovere le relazioni culturali e accademiche tra le due nazioni, con l’obiettivo di approfondire lo sviluppo dei loro rapporti culturali e scientifici. L’istituto organizza corsi di lingua persiana e comprende una biblioteca che vanta oltre 3000 volumi, in particolare testi di lingua e letteratura persiana. Ricordiamo inoltre L’ISAS - Istituto Internazionale di Studi Sud Asiatici (the International Institute of South Asian Studies), che promuove la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale dell’Asia meridionale, dell’India in particolare. L’istituto organizza seminari, conferenze, presentazioni di libri, mostre d’arte e fotografiche, proiezioni di film e documentari, viaggi di studio, spettacoli di danza e musica e corsi di lingue del sud-est asiatico.

Non si possono infine non menzionare l’Istituto Confucio e l’Istituto giapponese di cultura. Il primo, istituito a Roma nel 2006 grazie al Dipartimento Istituto Italiano di Studi Orientali (ISO), in collaborazione con l’Università di Lingue Straniere di Pechino (BFSU) che è stato il primo Istituto Confucio fondato in Italia e il secondo in Europa, con il fine di promuovere gli scambi culturali tra i due paesi e organizzare attività culturali, conferenze, mostre e spettacoli. L’Istituto è sede d’esame internazionale di competenza linguistica HSK (Chinese Proficiency Test) e HSKK (HSK Speaking Test).

L’istituto giapponese di cultura invece, inaugurato nel 1962 per promuovere la cultura giapponese in Italia, dipende dalla The Japan Foundation di Tokio. Organizza corsi di lingua giapponese articolati in vari livelli (principiante, elementare, pre-intermedio, intermedio) il cui esame finale, (Nihongo Nôryoku Shiken) curato dalla Japan Foundation e la Association of International Education, rilascia un certificato di conoscenza della lingua giapponese ufficialmente riconosciuto. La biblioteca accoglie oltre 32.000 volumi, più di cento riviste attive, una raccolta di circa 2.500 microfilm, una collezione di musica tradizionale e moderna giapponese per l’apprendimento della lingua.

Terza Parte: Arte e Musei

Roma è una città ricca di arte, monumenti e musei orientali; tra questi il monumento più famoso è costituito dalla Piramide Cestia del pretore e tribuno della plebe Caio Cestio. Frutto della moda egittizzante che si sviluppò nella Capitale del mondo antico dopo la conquista dell’Egitto da parte di Ottaviano nel 31 a.C., la tomba fu costruita lungo la via Ostiense, tra il 18 e il 12 a.C. Quattro secoli più tardi, su iniziativa dell’imperatore Aureliano, fu inglobata nella nuova cinta muraria.

Tra i musei d’arte orientale ricordiamo innanzi tutto il Museo d’Arte Orientale Giuseppe Tucci, che fa parte del MuCiv - Museo delle Civiltà. Il museo, intitolato a Giuseppe Tucci (1894-1984), uno fra i massimi orientalisti del Novecento, dalla storica sede di Palazzo Brancaccio in Via Merulana è stato trasferito all’Eur nel Palazzo delle Scienze. La collezione si è formata con acquisti statali, scambi, donazioni e con reperti e oggetti d’arte riportati dalle missioni archeologiche dell’ISMEO (Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente), oggi IsIAO, (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente), in Iran, Afghanistan, Pakistan. L’esposizione permanente si articola nelle sezioni: Vicino e Medio Oriente Antico, India, Gandhara, Tibet - materiali fra i più importanti al mondo - e Nepal, Asia sud-orientale ed Estremo Oriente.

Altro importante museo è il Barracco, formato da una splendida collezione di sculture antiche - arte assira, egizia, cipriota, fenicia, etrusca e greco-romana - che Giovanni Barracco, ricco gentiluomo calabrese, donò al Comune di Roma nel 1904. Soprattutto l’arte del Vicino e Medio Oriente Antico è ampiamente documentata: l’arte egizia è rappresentata a partire dalle più antiche dinastie (3.000 a.C) fino all’epoca romana. Dalla Mesopotamia  invece provengono le preziose lastre assire, ornamento parietale dei palazzi di Assurbanipal a Ninive e Senacherib a Nirmud, del VII e VI sec a. C. Infine l’arte delle province romane d’Oriente è presente con tre lastre provenienti da Palmira, la famosa città carovaniera siriana che ebbe il massimo splendore nel II sec. d. C.

Tra altri musei meno conosciuti riguardanti l’arte orientale antica segnaliamo il Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mesopotamia facente parte del Polo museale dell’Università La Sapienza, realizzato come testimonianza dei risultati ottenuti sul campo da più di trenta missioni archeologiche della Sapienza in quindici diversi paesi del Vicino Oriente, del Mediterraneo e dell'Africa durante più di cinquant’anni e che possiede oltre quattromila reperti.

Ricordiamo infine l’Accademia d’Egitto che ospita al suo interno “La Misteriosa scoperta della Tomba di Tutankhamon”, una spettacolare mostra permanente con le repliche esatte in scala 1 a 1 dei reperti archeologici come furono rinvenuti da Howard Carter nel 1922.

 

 

 

 

 

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