Un corpo che emerge dal buio, non per essere guardato, ma per essere finalmente visto.Con Out of Dark, Alessandro Negrini, in arte Alex Nero Photo, ci accompagna in un viaggio fotografico che è, prima di tutto, un attraversamento. Del dolore. Del silenzio. Della pelle. E poi, come un respiro dopo l’apnea, della luce.Non si tratta di ritratti. Non solo. Le immagini di questa serie sono fenditure nel buio, spiragli da cui filtrano verità non addomesticate. Corpi che non chiedono il permesso, non cercano il compiacimento. Si offrono. Nudi, a volte. Spogli, sempre. Delle maschere, dei ruoli, della necessità di essere altro da sé.Alex Nero, fotografo con un passato da performer, costruisce con i suoi soggetti una relazione di reciproca vulnerabilità. Non li fotografa, li ascolta. Il set non è un altare sacrificale, ma uno spazio di libertà. La luce non serve a mettere in mostra, ma a far emergere. È una luce che sa aspettare. Che accarezza, piuttosto che colpire. Che si insinua tra le pieghe della carne come farebbe una carezza sincera: senza fretta, senza pudore.Out of Dark è un atto di guarigione. Una chiamata al risveglio, rivolta a chi ha attraversato la notte interiore e ne porta ancora i segni addosso. Ustioni, crepe, cicatrici. Ma anche aperture, fenditure, spiragli. Non c’è posa in queste immagini, solo presenza. Non c’è estetica del dolore, ma estetica dell’onestà.I corpi diventano paesaggi emotivi, raccontano storie senza parole. Ogni foto è un incontro: tra l’essere umano e il proprio abisso, tra l’obiettivo e il gesto, tra chi guarda e chi finalmente si lascia vedere. Senza veli, senza finzioni, senza paura.In queste fotografie si avverte il peso dell’esperienza e il sollievo della rinascita. È come se ogni scatto raccontasse di aver toccato il fondo, ma di essere risalito. E in quel risalire, il corpo si fa testimone. Non solo di un dolore, ma della possibilità di trasformarlo. Di attraversarlo. Di riscriverlo sulla pelle, come una nuova mappa.Out of Dark è dunque un invito a sostare. A guardare senza divorare. A sentire senza giudicare. A riconoscere l’altro, e forse, un po’, anche se stessi.Perché se è vero che dal buio veniamo tutti, è anche vero che possiamo scegliere come uscirne.Con rabbia. Con dolcezza. Con tutta la luce che ci è rimasta.
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