Tratto dall'opera di Hannah Arendt
Riduzione e adattamento di Paola Bigatto e Anna Gualdo
Con Anna Gualdo
aiuto regia Elisa Menchicchi
Lo spettacolo nasce come costola di un progetto più ampio, Arendt al plurale, voluto e immaginato da Paola Bigatto, nel quale le attrici Anna Gualdo e Sandra Cavallini, attraverso un personale percorso drammaturgico, hanno dato vita a differenti riedizioni del testo. La direzione seguita da Anna Gualdo, è centrata sulla personalità di Eichmann, un omino piccolo piccolo preso a paradigma di un sistema, sulla relazione tra la sua incapacità di pensare e la mancanza di percezione delle proprie responsabilità. In particolare la Gualdo, seguendo la Arendt, rintraccia nello strumento linguistico la possibilità di mentire a se stessi, manipolando il linguaggio, o difendendosi dallo scomodo pensare attraverso frasi fatte e slogan. Hannah Arendt (1906 - 1975), filosofa, allieva di Heidegger e Jaspers, emigrata nel 1933 dalla Germania alla Francia, e da qui in America nel 1940, a causa delle persecuzioni razziali, dal 1941 ha insegnato nelle più prestigiose università americane, pubblicando alcuni tra i più importanti testi del Novecento sul rapporto tra etica e politica. Nel 1961 segue, come inviata del The New Yorker, il processo Eichmann a Gerusalemme: il resoconto esce prima sulle colonne del giornale nel 1963, quindi, sempre nello stesso anno, in volume. Esso susciterà una grande ondata di proteste e una accesa polemica soprattutto da parte della comunità ebraica internazionale, a causa della particolare lettura che la Arendt, ebrea e tedesca, dà al fenomeno dell’Olocausto e dell’antisemitismo in Germania.
Produzione Società per Attori
Il programma potrebbe subire variazioni
Informazioni
Dal 25 gennaio al 4 febbraio 2024
Giovedì e venerdì ore 21.00
Sabato ore 19.00
Domenca ore 17.30
