Con questa espressione Cesare Rossi, il più stretto collaboratore di Mussolini, commentò il ruolo del duce nel successo della marcia su Roma. «Tutti» si riferiva a Giolitti, Nitti, Orlando, Salandra, Facta, con i quali il duce trattò segretamente e separatamente la presenza di alcuni esponenti fascisti in un governo di coalizione. Ma fu Michele Bianchi, l’artefice principale dell’insurrezione squadrista, che costrinse il re a consegnare il governo dell’Italia a un capo di un partito armato.
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