Dolore sotto chiave /Sik Sik-l’artefice magico

I due atti unici, piccoli capolavori di Eduardo De Filippo, sono in scena al Teatro Argentina, riuniti assieme dalla regia sapiente di Carlo Cecchi. 

Dolore sotto chiave nasce inizialmente come radiodramma nel 1958, poi andato in onda l’anno successivo con Eduardo stesso e la sorella Titina nel ruolo dei protagonisti, i fratelli Rocco e Lucia Capasso. Lucia, sorella di Rocco, per molti mesi nasconde al fratello la morte della moglie Elena e finge di occuparsi delle cure della donna, gravemente malata di cuore, per paura che il fratello  possa compiere un gesto insano, finché Rocco un giorno, aprendo la porta della stanza della moglie, non scopre la menzogna e deve affrontare la realtà in un alternarsi di responsabilità e accuse fra lui e la sorella. Inoltre Rocco nasconde un segreto che rivela a Lucia: la presenza nella sua vita di un’amante, forse incinta, che sta per abbandonarlo e fuggire con un altro uomo, poichè la donna crede che Rocco, sposato, non le possa offrire un futuro insieme alla luce del sole. Nella pièce, l’autore, come in altre sue opere, riprende il tema della morte che cerca di esorcizzare attraverso un gioco beffardo e grottesco. 

In Sik Sik-l’artefice magico, scritto nel 1929, ritroviamo lo spiccato realismo di Eduardo De Filippo, che si traduce in una riflessione sul mondo del teatro inteso come metafora della vita. Sik-Sik (in napoletano, “secco secco”) è un illusionista maldestro e squattrinato che si esibisce in teatri d’infimo ordine insieme alla moglie Giorgetta, e alla sua spalla Nicola. Una sera, costretto a sostituire Nicola con il primo malcapitato, non riesce più a governare la situazione e lo spettacolo fallisce miseramente: i numeri di prestigio finiscono in un disastro e l’esibizione si rivela tragica per il finto mago ma esilarante per il pubblico. Lo spettacolo ebbe un successo enorme, con più di 450 repliche solo a Napoli ed Eduardo nel ruolo del protagonista.

Carlo Cecchi, uno dei maestri del teatro italiano del Novecento grande innovatore della scena, ci restituisce tutto il realismo dal retrogusto amaro di Eduardo De Filippo e la sua straordinaria capacità inventiva.

Foto: sito ufficiale del Teatro Argentina