
L’Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano, con Alexei Volodin al pianoforte sono i protagonisti di questa serata che prevede l’Ouverture da concerto op.12 del compositore polacco Karol Maciej Szymanowski, la Rapsodia su un tema di Paganini op.43 di Sergej Vasil'evic Rachmaninov e la Sinfonia n.6 “Patetica” op. 74 di Pëtr Il'ič Čajkovskij.
Composta nel 1905, l’Ouverture da concerto op.12 di Szymanowski risente molto dell’influenza della musica di Richard Strauss e di Gustav Mahler, ed è caratterizzata da una grande intensità e forza espressiva.
La Rapsodia su un tema di Paganini op.43 di Rachmaninov per pianoforte e orchestra, composta nel 1934, è una delle ultime opere del compositore e pianista russo e segue lo stesso sviluppo del Capriccio n.24 di Niccolò Paganini, con un tema iniziale sul quale vengono composte delle variazioni. Questo tema aveva ispirato in precedenza altri importanti compositori come Robert Schumann, Franz Liszt e Johannes Brahms.
La Sinfonia n.6 “Patetica” op.74 di Čajkovskij, suddivisa in quattro movimenti, è l’ultima del compositore russo e fu eseguita per la prima volta alcuni giorni prima della sua morte, nell’ottobre del 1893 a San Pietroburgo. Per la bellezza dei temi, la maturità compositiva e il pathos che domina su tutta la sinfonia, può essere considerata una tra le più significative composizioni del grande musicista e rappresenta una sorta di testamento artistico nel quale confluiscono tutti gli stati emotivi e spirituali della sua travagliata esistenza.
Vincitore di numerosi premi in concorsi internazionali, il pianista russo Alexei Volodin è noto per il tocco sensibile e per la sua brillantezza tecnica; è inoltre interprete di un repertorio estremamente vario. Ha suonato con prestigiose orchestre come l’Orchestra del Teatro Mariinsky, la Filarmonica di San Pietroburgo, l’Orchestre du Capitole de Toulouse e l’Orchestra Sinfonica Cajkovskij di Mosca ed ha collaborato con famosi direttori d’orchestra, come Valery Gergiev, Riccardo Chailly, Vladimir Fedoseyev.
Foto: Alexei Volodin Pagina Facebook
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