Villa Silvestri Rivaldi

Uno spettacolare complesso monumentale affacciato sul Colosseo e sui Fori Imperiali. Il nucleo originario della villa risale alla prima metà del Cinquecento quando Eurialo Silvestri, cameriere segreto di papa Paolo III Farnese, iniziò a farsi costruire (probabilmente su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di fiducia dei Farnese, o della sua cerchia) una sontuosa e vasta residenza di rappresentanza, decorata con ricchi soffitti a cassettoni e un ciclo di affreschi sulla storia pagana di Roma e sulla gloria della Chiesa attribuibili alla bottega di Perin del Vaga e di Francesco Salviati.

Nel 1549, quando le speranze di carriera di Silvestri (un’auspicata e disattesa elezione a cardinale) andarono in fumo alla morte del pontefice, i lavori furono però interrotti: gli eredi vendettero la proprietà ad Alessandro de’ Medici, arcivescovo di Firenze e ambasciatore granducale, che affidò la sistemazione del giardino allo scultore e architetto Giacomo del Duca, allievo di Michelangelo. Con la partenza di Alessandro da Roma nel 1584, la residenza fu di nuovo dismessa, affittata o venduta, con ripetuti passaggi di proprietà e conseguenti modifiche, soprattutto ai giardini.

Circa un secolo dopo, a metà del Seicento, il complesso fu acquistata dal “Conservatorio delle Zitelle Mendicanti” grazie al lascito testamentario del ricco monsignor Ascanio Rivaldi. I grandi affreschi che la decoravano, reputati inadatti alla nuova funzione del palazzo, furono coperti da anonime ridipinture e la villa fu adattata a residenza delle giovani donne assistite dal conservatorio, che contribuivano al proprio mantenimento lavorando. Ulteriori trasformazioni si resero così necessarie per ospitare le attrezzature usate per realizzare tessuti di seta, canapa, lino e soprattutto lana: sarà la più importante fabbrica tessile della Roma barocca, una produzione che continuerà fino all’Unità d’Italia.

Divenuto a fine Ottocento ente assistenziale (“Pio Istituto Rivaldi”) e scuola femminile, il complesso subì i danni maggiori negli anni Trenta del Novecento: i lavori per l’apertura di Via dell’Impero, oggi via dei Fori Imperiali, mutilarono il giardino che in origine arrivava fino alla basilica di Massenzio, distruggendo i suoi arredi rinascimentali e barocchi. Acquisito dall’ISMA - Istituti di Santa Maria in Aquiro ma lasciato inutilizzato, tra gli anni Settanta e Ottanta il palazzo fu occupato dai giovani dei movimenti politici: il “Convento Occupato” sarà il primo centro sociale della città, ospitando concerti ed eventi. Dopo un lungo periodo di abbandono, nei primi anni 2000 sono cominciati gli interventi di ricerca e consolidamento. Nel 2024 il complesso è stato infine acquistato dalla Regione Lazio. Con il finanziamento del Ministero della Cultura, la Soprintendenza Speciale di Roma e l’Istituto Centrale del Restauro hanno avviato un progetto di restauro e valorizzazione per rendere la villa nuovamente fruibile.

Foto Regione Lazio