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Rione XII - Ripa

Bocca della Verità

Affacciato sulle rive del Tevere, il rione ospita alcuni dei luoghi più suggestivi e ricchi di storia della Capitale. Il rione nasce da una delibera comunale del 1921, che da esso scorpora le zone di Testaccio e San Saba, che da allora divennero, rispettivamente, il Rione XX e il Rione XXI. Il suo nome, invece, deriva da Ripa Grande, il porto fluviale più grande di Roma a cui approdavano le merci che transitavano sul Tevere da e verso Fiumicino.

Tra i monumenti, i siti archeologici e gli edifici di culto più importanti del rione, da non perdere assolutamente il Circo Massimo, il più grande edificio per lo spettacolo dell’antichità e uno dei più grandi di tutti i tempi (600 m di lunghezza per 140 m di larghezza), la Cloaca Maxima che, realizzata tra il 534 e il 509 a.C. da Tarquinio il Superbo, forse non sarà la più antica, ma sicuramente è la più grande (maxima) condotta fognaria dell’antichità ancora oggi funzionante, la Basilica di Santa Maria in Cosmedin sotto il cui portico si trova la Bocca della Verità, l’antichissimo tombino dal volto umano legato a una leggenda un po’ macabra per la credenza che la bocca potesse mordere la mano di chi non avesse affermato il vero, la Villa Magistrale del Sovrano Ordine di Malta sull'Aventino, famosa soprattutto perché dal buco della serratura del grande portale d’ingresso si gode di una vista mozzafiato della cupola della Basilica di San Pietro incorniciata dalle siepi dello splendido giardino, l’Isola Tiberina, l’unica isola urbana del Tevere dall’insolito profilo che ricorda una nave, il Roseto comunale che, situato tra il Circo Massimo e il Colle Aventino, accoglie circa 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo, e il romantico Giardino degli Aranci il cui belvedere che affaccia sul Tevere offre una splendida visuale di Roma.

La storia del Circo Massimo è strettamente legata alle origini di Roma. Secondo la leggenda, al suo interno ebbe luogo una delle vicende più significative per la sopravvivenza della città e dei suoi antichi abitanti. Nella Valle Murcia, su cui sorse il Circo, ebbe luogo il ratto delle Sabine. Romolo, il fondatore di Roma, si rivolse alle popolazioni circostanti per procurarsi delle donne in età fertile affinché i suoi sudditi potessero procreare per popolare la nuova città. I vicini ebbero l’ardire di rifiutare. Romolo allora dovette agire d’ingegno: organizzò un magnifico spettacolo per attirarli in trappola e ne rapì le donne. Fu il punto di partenza di un’avventura millenaria.

Sull’Isola Tiberina, invece, dove anticamente si celebrava il culto del dio della medicina Esculapio, e si trovava un tempio a lui dedicato, sorse la chiesa di San Bartolomeo all’Isola che, oltre a svolgere funzioni liturgiche, come un vero e proprio ospedale accoglieva i malati e li curava con l'acqua, ritenuta miracolosa raccolta dal pozzo al suo interno; solo dopo molto tempo, però, si scoprì che quell'acqua non aveva nulla di miracoloso e che anzi era fetida e non curava i pazienti, ma li uccideva. Il pozzo fu definitivamente sbarrato, e così si trova ancora oggi.

Confini: piazza di Monte Savello, via del Teatro di Marcello, vico Jugario, via dei Fienili, via di San Teodoro, via dei Cerchi, piazza di Porta Capena, viale Aventino, piazza Albania, via e largo Manlio Gelsomini, via Marmorata, piazza dell'Emporio, lungotevere Aventino, lungotevere dei Pierleoni.

Lo stemma del rione è una ruota bianca su fondo rosso che ricorda lo scalo fluviale presente nella zona.

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