Piccoli e grandi capolavori, ugualmente preziosi e sorprendenti: le collezioni da capogiro raccolte nel corso dei secoli dai pontefici riservano ancora nuove sorprese e svelano tesori finora nascosti. Da giugno, i visitatori dei Musei Vaticani in uscita dalla Cappella Sistina hanno infatti la possibilità di visitare su prenotazione due luoghi insoliti e ricchi di fascino aperti per la prima volta al pubblico, la seicentesca Spezieria di Santa Cecilia in Trastevere e la Sala delle Ceramiche.
Nata all’interno del monastero delle suore benedettine e legata all’adiacente basilica, la Spezieria di Santa Cecilia in Trastevere forniva assistenza non solo ai pontefici ma a tutto il popolo romano e rimase in funzione fino agli anni Trenta del Novecento. Per chi visita oggi la Sala, il tempo sembra essersi fermato: armadi, vasi in vetro e ceramica, spezie, unguenti, rimedi erboristici e preparati officinali si presentano nelle stesse condizioni in cui furono lasciati dalle monache benedettine quando l’intero corredo apotecario fu trasferito da Pio XI nella collezione della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Dalla Spezieria, una porta conduce alla Sala delle Ceramiche, una collezione straordinaria per la sua eterogeneità che racconta al pubblico la storia e la bellezza delle ceramiche medievali e moderne. La raccolta comprende i 34 piatti istoriati della Collezione Carpegna e vasellami da mensa medievale in ceramica fine, ma anche i pavimenti disegnati da Raffaello e realizzati da Luca della Robbia il giovane per le Logge Vaticane dette di Raffaello e i pregiati mattoni da pavimento in maiolica arcaica del XIV secolo.