
Caratteristiche dell’itinerario
L’itinerario è semplice, si percorre a piedi ed è lungo circa 1,0 Km ed è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici (Linee bus ATAC 98 - 786 – 889).
Il Parco dei Martiri di Forte Bravetta è inserito nella più vasta area della Riserva naturale della Valle dei Casali. Il percorso al suo interno si snoda ad anello intorno al Forte Bravetta costeggiando il vecchio fossato difensivo.
Descrizione dell’itinerario
È un luogo da vivere e scoprire, dove la memoria si intreccia con la natura, offrendovi momenti di riflessione lontano dal caos cittadino.
Numerose sono le testimonianze presenti sul percorso dell’itinerario:
- Quelle storiche che attraversano gli ultimi due secoli della storia della città (dalla costruzione della cinta difensiva di Roma nel XIX secolo, al periodo bellico della Seconda Guerra Mondiale) con particolate rilievo dato alle vicende legate alla resistenza antifascista della città;
- Quelle botaniche sono le spettatrici secolari di un consistente patrimonio arboreo che, in pieno centro abitato, arricchisce il vissuto quotidiano dei cittadini. Tra le essenze di maggior rilievo: il Tiglio selvatico, la Robinia, l’Olivo, l’Albicocco, il Nespolo del Giappone, il Mandorlo, l’Alaterno, la Roverella e il Bagolaro o Spaccasassi.
Punti di interesse storico
Forte Bravetta
Realizzato tra il 1877 e il 1883, Forte Bravetta si estende su un’area di circa undici ettari, ed è uno dei 15 fortini costruiti in quella che un tempo era la prima fascia periferica di Roma. Oggi fa parte della Riserva Naturale Valle dei Casali, tra la via Aurelia e la via Portuense.
Progettato come postazione d’artiglieria in difesa della Capitale, venne successivamente trasformato in caserma e deposito militare.
Utilizzato durante il regime fascista come luogo di esecuzione delle sentenze di morte, il Forte è tristemente famoso perché, con l’occupazione militare tedesca della città (1943-1944), qui furono giustiziati numerosi partigiani e militari. Per questo motivo, il luogo divenne un simbolo della resistenza romana e dei valori della difesa della libertà.
Nel dopoguerra e fino ad alcuni anni fa, Forte Bravetta fu adibito a deposito di munizioni. Dismesso dall’Esercito, è passato alle competenze del Demanio Pubblico e dal 2009 è di proprietà del Comune di Roma che ha destinato questo luogo alla memoria collettiva.
L’area è stata riaperta al pubblico nel 2011 come Parco dei Martiri.
La lapide in memora dei martiri
All’ingresso del Parco troviamo la Lapide commemorativa dei Martiri che in questo luogo furono fucilati. Il monumento ricorda i nomi di 77 patrioti, sei dei quali fucilati il 3 giugno 1944, a poche ore dall’arrivo degli Alleati.
Il 16 luglio 2018, la Presidenza della Repubblica, nel conferire la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla città di Roma, cita il Forte Bravetta tra i luoghi più significativi della lotta di Liberazione.
La Piazza d’armi
La Piazza d’armi del Forte Bravetta è un luogo carico di storia, simbolo di memoria e riflessione. Nata come fulcro dell’attività militare del forte, la Piazza d’armi era il luogo dove si svolgevano addestramenti, parate e cerimonie. Il suo ampio spazio, delimitato da alti bastioni, era testimone di una vita quotidiana scandita dalla disciplina e dall’organizzazione della vita militare. Durante il periodo fascista e la Seconda Guerra Mondiale, venne utilizzata come luogo di esecuzione per le sentenze capitali, trasformatasi in un teatro di sofferenza e morte. Oggi, la Piazza d’armi, insieme all’intero Forte, è parte integrante del Parco dei Martiri di Forte Bravetta. La piazza sterrata, i canali di raccolta delle acque e i profili dei bastioni sono rimasti pressoché inalterati. Passeggiando sulla Piazza d’armi, la sensazione è quella di compiere un viaggio nel tempo: ogni sasso, ogni traccia sembra raccontare una storia, un frammento di passato che non può essere dimenticato.
La fucilazione dei condannati
Le esecuzioni nella Piazza d’Armi, dal 1932 al 1943, avvenivano seguendo precise procedure. I condannati trascorrevano l’ultima notte nel carcere romano di Regina Coeli per poi essere trasferiti alle prime luci del mattino a Forte Bravetta. Gli agenti sistemavano le sedie fissandole al terreno con i paletti, bendavano i condannati e li legavano alle sedie con le spalle rivolte verso il Plotone; infine, l’ufficiale leggeva la sentenza e ordinava il fuoco. Dopo l’accertamento del decesso da parte del medico legale, venivano redatti gli atti di morte firmati dal giudice istruttore, dallo stesso medico e da un rappresentante del Governatorato di Roma, il verbale era allegato in calce alla sentenza.
Tra le vittime, Don Giuseppe Morosini, che ha ispirato l’eroico sacerdote protagonista del film Roma Città Aperta di Roberto Rossellini, che qui trovò la morte il 3 aprile 1944.
Strutture funzionali al Forte
All’interno del perimetro del Forte si trovano resti di vecchie strutture militari alcune funzionali al Forte, come le prese d’aria, altre di sua pertinenza, altre relative all’uso militare post bellico dell’area.
- Prese d’aria
Si tratta di elementi relativi all’aerazione dei locali sotterranei del Forte, luoghi spesso bui e umidi, che necessitavano di un sistema di ventilazione efficiente per garantire la sopravvivenza e la salute di chi vi era confinato. La loro funzione principale era quella di ventilare adeguatamente gli ambienti sotterranei introducendo aria fresca dall’esterno per eliminare l’aria umida e/o contaminata e prevenire l’accumulo di muffe e batteri. In questo modo, oltre a ridurre il rischio di malattie respiratorie, si preservavano anche le strutture.
- Torrette di avvistamento
Nel perimetro del parco sono presenti numerose torrette di avvistamento, o torri di guardia. Si tratta di strutture strategiche costruite con lo scopo primario di fornire un punto di osservazione elevato e protetto. Erano essenziali per individuare tempestivamente attacchi aerei o di altro tipo e fornire allerta alle unità di difesa.
- Casa del guardiano o del guardia-forte
La casa ospitava una delle figure fondamentali per la sicurezza del forte e per la protezione dei suoi occupanti.
- Serbatoio d’acqua, magazzini e stalle
Una struttura militare non era solo una struttura difensiva, ma anche un piccolo mondo a sé stante. Per garantire la sopravvivenza delle truppe durante gli assedi, era fondamentale disporre di riserve di acqua, cibo e animali. Ecco perché all'interno delle fortificazioni venivano realizzati serbatoi, magazzini e stalle.
Caratteristiche botaniche
L’itinerario propone l’osservazione di interessanti evidenze botaniche e di numerose alberature ed essenze che fanno del Parco un polmone di verde in un quartiere molto edificato e densamente abitato. Sul percorso dell’itinerario troviamo il Tiglio selvatico, la Robinia, l’Olivo, l’Albicocco, il Nespolo del Giappone, il Mandorlo, l’Alaterno, la Roverella e il Bagolaro o Spaccasassi.
L’accesso al Parco è libero.
L'evento rientra nel progetto Unexpected Itineraries of Rome - CUP J89I22001930001 - Finanziato della Misura Grandi destinazioni per un turismo sostenibile (Scheda N. 51) del Piano Sviluppo e Coesione (PSC) del Ministero del Turismo, approvato con delibera CIPESS del 3 novembre 2021 N. 58 promosso da Roma Capitale.
Scarica l’App per scoprire gli Unexpected Itineraries of Rome su unexpecteditineraries.turismoroma.it
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