C’è chi aggiusta pneumatici, e poi – nel silenzio del proprio tempo libero – trasforma rottami in sculture vive.Zosky crea esseri meccanici che sembrano respirare. Ricicla pezzi d’auto, li fonde con l’anatomia animale e con l’immaginario contemporaneo, dando forma a una nuova specie: ibrida, inquietante, perfetta.Dove finisce l’ingegneria e inizia l’arte? In quel punto esatto nascono le sue opere.Nella loro struttura si riconosce una visione del mondo che non cerca di imitare la realtà, ma di svelarla: una realtà in cui uomo e macchina si confondono, in cui l’anima può anche avere bulloni e circuiti.Una metallomorfosi, appunto.Il progetto Drametalic-Zosky nasce da un incontro improbabile – tra un artista nascosto e un parrucchiere che ha saputo vederne il valore. Una collaborazione che è già un’opera d’arte.
Mostra a cura di Balázs Szabó e Pál Németh
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