
La vedova scaltra di Carlo Goldoni è in scena al Teatro Quirino, per la regia e adattamento di Giancarlo Marinelli.
La commedia in tre atti, di scritta nel 1748 e rappresentata nello stesso anno, costituisce il punto di svolta e di passaggio tra la commedia dell’arte basata sull'improvvisazione, e la commedia di carattere; dal teatro delle maschere quindi, al teatro dominato dalla psicologia, nel quale emergono i primi aspetti della modernità. Terza commedia di carattere, dopo La donna di garbo del 1743, e L’uomo prudente di poco successivo, è l’opera con la quale si affermò la riforma del teatro goldoniano.
La protagonista Rosaura Lombardi, una giovane e ricca vedova veneziana la quale vorrebbe risposarsi, ha quattro nobili pretendenti di quattro diverse nazionalità: l’inglese Milord Runebif, il francese Monsieur Le Bleau, lo spagnolo Don Alvaro di Castiglia e l’italiano Conte di Bosco Nero. Ciascuno dei quattro pretendenti le fa una corte assidua e per questo motivo Rosaura è indecisa: decide quindi alla fine di mettere alla prova i loro sentimenti, presentandosi a ciascuno di loro mascherata da connazionale attraente e disposta a un’avventura amorosa. L'unico dei quattro che le risulta fedele però è il conte italiano; la nobildonna perciò decide di sposare lui. La commedia si conclude con Runebif e Le Bleau che si congratulano col Conte, mentre Don Alvaro se ne va indispettito.
La commedia risulta quindi una macchina comica che ci parla di emancipazione e di liberazione della donna, temi questi ultimi, mai come di questi tempi così attuali.
Con Caterina Murino, Mino Manni, Patrizio Cigliano e l’amichevole partecipazione vocale di Jean Reno. Produzione Compagnia Molière, Teatro Quirino e Theatre des Bouffes Parisiens.
Foto: pagina ufficiale Facebook del Teatro Quirino
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