
Palazzo Esposizioni, il più grande spazio espositivo interdisciplinare nel centro di Roma, torna a ospitare la storica esposizione periodica dedicata all’arte italiana contemporanea e ai suoi orientamenti più attuali: un progetto espositivo corale che coinvolge quest’anno 54 artiste e artisti nati tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Novanta, di cui 16 under 35.
Intitolata Fantastica in omaggio alla capacità dell’arte di dischiudere nuovi orizzonti, la 18a edizione della Quadriennale racconta le arti visive dei primi venticinque anni del XXI secolo attraverso 187 opere distribuite sui circa 2.000 metri quadri degli ambienti al piano terra di Palazzo Esposizioni, con una percentuale significativa di produzioni site-specific. Il percorso espositivo è scandito in cinque diversi capitoli, esito dei punti di vista offerti dai cinque curatori Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi e Alessandra Troncone.
I meccanismi dell’autorappresentazione sono al centro della sezione “La mia immagine è ciò da cui mi faccio rappresentare: l’autoritratto”, curata da Luca Massimo Barbero. In “Memoria piena. Una stanza solo per sé”, Francesco Bonami indaga i concetti di indipendenza e autonomia della nuova generazione artistica. Con “Il tempo delle immagini. Immagini fuori controllo?”, Emanuela Mazzonis si focalizza sulla fotografia e sull’uso che ne viene fatto. Francesco Stocchi, nella sua sezione volutamente senza titolo, dà vita a una prospettiva di autarchia procedurale collettiva, ripristinando la centralità dell’artista. “Il corpo incompiuto” di Alessandra Troncone invita infine a un confronto sulle possibili narrazioni contemporanee del corpo ─ umano, animale, meccanico.
La mostra è promossa da Fondazione La Quadriennale di Roma, in collaborazione con il Ministero della Cultura, ed è organizzata in collaborazione con Azienda Speciale Palaexpo. Le numerose performance in calendario trasformano il percorso espositivo in un luogo di continua attivazione e relazione tra corpo, spazio e opera, amplificando e rendendo più immersiva l’esperienza della visita
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