Inizialmente prevista per giugno 2020, la mostra curata dall’architetta spagnola Izaskun Chinchilla occupa il salone centrale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea con tre enormi e suggestive istallazioni ispirate alle cosiddette sfere armillari, usate nell’antichità per studiare la terra, il cosmo e le relazioni tra i corpi celesti. Realizzata in materiale ecosostenibile, ogni sfera indica un luogo (lo spazio intimo, quello naturale, quello pubblico) che ha avuto un ruolo importante nella costruzione della cultura comune delle donne, che ha rappresentato un luogo di aggregazione ma anche di esclusione o segregazione: il Gineceo, l’Onsen (bagno termale in giapponese) e il Parlamento.
Al loro interno, e sulle pareti della sala, trovano posto numerose sotto-sfere dove una nuova generazione di architette propone modelli alternativi di progettare e mettersi in relazione con lo spazio, gli altri esseri umani e il pianeta, formulando riflessioni circa le forme dell’abitare, il co-living e la collaborazione. Attraverso la selezione di 71 progetti e 283 rendering e disegni, la mostra presenta infatti il lavoro di 65 architette, provenienti da oltre 20 Paesi, che hanno conseguito il master alla prestigiosa Barlett School of Architecture di Londra negli ultimi dieci anni. L’ipotesi fondamentale della mostra è che la piena integrazione delle donne nel settore professionale e accademico dell’architettura genererebbe nuovi “luoghi di riflessione”, o ne consoliderebbe e amplierebbe altri già esistenti, intensificando infine le relazioni tra essi e dando vita a una sorta di costellazione.
Informazioni
Dal 21 giugno al 10 ottobre 2021
Per gli orari e le modalità di visita consultare il sito ufficiale