Con un complesso intervento di restauro curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, è tornato a splendere il complesso della chiesa di Sant’Eusebio, uno dei gioielli del Rione Esquilino incastonato nei palazzi all’angolo tra piazza Vittorio Emanuele II e via Napoleone III. La chiesa, menzionata già nel V secolo, è una delle più antiche di Roma ma il suo aspetto attuale risale per lo più al Settecento.
Il ciclo di lavori della Soprintendenza Speciale è cominciato quattro anni fa con il restauro dell’affresco di Anton Raphael Mengs sulla volta della navata centrale, un capolavoro dell’arte neoclassica che raffigura la Gloria di Sant’Eusebio tra una moltitudine di figure angeliche. A partire dalla fine del 2019, anche il tetto della chiesa è stato oggetto di un importante intervento strutturale, che si è concluso con il restauro della facciata posteriore secentesca su via Principe Amedeo.
Questa ultima fase del cantiere ha interessato il portico di ingresso, la scalinata e la facciata che si apre su piazza Vittorio Emanuele II, realizzata nel 1711 dall’architetto Carlo Stefano Fontana, nipote del celebre Carlo Fontana, sotto il pontificato di Clemente XI. Un intervento delicato, accurato e rispettoso dell’edificio che ha rappresentato anche una importante occasione per comprendere meglio le caratteristiche della chiesa e ricostruirne le fasi e le trasformazioni.
Foto soprintendenzaspecialeroma.it