Occorre disegnare, per incominciare…Inizia così Bambine, il lungo – e ultimo compiuto – racconto di Alice Ceresa, uscito nel 1990 per Einaudi. Una delle più grandi scrittrici della seconda metà del ‘900 e insieme la più sconosciuta e ignorata. Apprezzata e incoraggiata da Calvino, Manganelli, Pavese e dalla Ginzburg, di lei abbiamo edite poche cose, che lasciano però senza fiato. Riluttante a pubblicare per una severa autocensura e sensibile ad ogni sfumatura, consegnava solo quando, leggendo e rileggendo, la sua prosa le sembrava avesse superato “quel rumore di fondo”, come chiamava lei l’ imprecisione, che tanto la disturbava. Nell’Archivio svizzero a Berna, dove si possono trovare i suoi manoscritti, ci sono infatti non pochi inediti che portano il fascino di una scrittura carica di energia e coraggio, che tratta con ossessione ripetuta fondamentalmente due temi: la condizione femminile e l’istituzione famigliare.Bambine è la storia di “una piccola famiglia, un nucleo sottovuoto”, il destino di due sorelle, due “piccole donne”, di cui non sapremo mai il nome, osservate tra le mura domestiche, dall’infanzia fino all’adolescenza, e assoggettate alle dure leggi della famiglia, per diventare, ma con modi diversissimi (la più grande per assimilazione di modelli, la più piccola per dissenso e trasgressione), due entità autosufficienti e separate. Un racconto/esame, preciso e ferocemente ironico, quasi da entomologa, di quel fenomeno incomprensibile e necessario che sono i legami famigliari. Per la Ceresa niente risulta scontato, niente risulta ovvio, in un compito immenso: quello di ripensare le radici dell’esistenza femminile.
Dal racconto di Alice Ceresacon Evelina Rosselli e Giada Ferrarinideazione e messa in scena Michela Cesconcura dello spazio scenico e costumi Caterina Rossifonica Federico Mezzanain collaborazione con Teatro di Dionisocon il contributo del MiC – Ministero della Cultura e della Regione LazioPAV nell’ambito di Fabulamundi
Il programma potrebbe subire variazioni
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