Il viso scavato e il corpo nervoso di Pier Paolo Pasolini trasmettono ancora, a chi gli era contemporaneo e a chi lo ha conosciuto dopo, un senso di tenerezza e al tempo stesso di minaccia. Non si riesce a osservarlo con distacco, da una comfort zone; ci trascina su un crinale che riecheggia quello che percorreva lui ogni giorno su strade polverose non lontane dalle nostre, tra dolcezza e pericolo.
Di e con Galatea Ranzi e Stefano Santospago
Il programma potrebbe subire variazioni
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