Finanziati in larga parte dal cardinale Alessandro Peretti di Montalto, nipote di papa Sisto V, i lavori per la costruzione della monumentale Sant’Andrea della Valle iniziarono nel 1591 su disegno di Gian Francesco Grimaldi e di Giacomo Della Porta ma si prolungarono molto oltre nel secolo seguente. Nel 1608 Carlo Maderno, incaricato di completare l’edificio, ampliò il transetto e innalzò la cupola. Della seconda metà del Seicento è invece l’altissima e sontuosa facciata di travertino, opera di Carlo Rainaldi che riprese in parte il disegno di Maderno, accentuando però la plasticità degli elementi costruttivi e i chiaroscuri.
L’interno della chiesa è a croce latina con una vasta navata fiancheggiata da otto alte cappelle che sottolineano il ritmo verticale dell’edificio. Una di esse, la cappella Barberini, è nota anche come “Cappella della Tosca” perché qui è ambientata parte della trama dell’opera lirica di Puccini. Due ulteriori cappelle laterali si affacciano sull’abside, ricca di ori e affrescata da Mattia Preti. Alle estremità della navata, si trovano due rare testimonianze dell’antica basilica Vaticana, qui trasferite nel 1614: i monumenti funebri dei pontefici Pio II e Pio III Piccolomini, il primo risalente al 1470 circa, il secondo ai primi anni del Cinquecento.
La bellissima cupola realizzata da Maderno e inaugurata il 6 novembre 1622 è inferiore per ampiezza e altezza solo a quella di San Pietro. Di raffinata originalità sono i capitelli del lanternino della cupola, con cherubini che formano con le ali una sorta di voluta: vi lavorò il giovane Francesco Borromini, chiamato a Roma qualche anno prima dallo zio Carlo Maderno a lavorare nel cantiere di San Pietro. L’interno della cupola è decorato con i meravigliosi affreschi realizzati da Giovanni Lanfranco tra il 1621 ed il 1625, un capolavoro d’illusionismo barocco che porta il cielo dentro la chiesa. Il lavoro venne condotto in concomitanza, e probabilmente in competizione, con l’affresco dei pennacchi e del transetto absidale eseguiti dal Domenichino tra il 1621 ed il 1628.
All’esterno, sul fianco della chiesa, si trova la statua del cosiddetto “Abate Luigi”, una delle numerose statue parlanti della città.
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